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The Wanted - Scegli Il Tuo Destino


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The Wanted - Scegli Il Tuo Destino


Wesley si risveglia in una casa non distante dalla sua. Questo è il covo di Cross, nel quale sono presenti diverse foto del figlio. Scopre che il padre lo ha sempre seguito nonostante lo avesse apparentemente abbandonato appena nato. Qui incontra Pekwarksy, che gli spiega che Sloan aveva cominciato a scegliere i bersagli secondo il proprio tornaconto, non seguendo più quelli scelti dal Telaio dopo aver letto il proprio nome, lascerà al ragazzo la stoffa che capirà come interpretare . Cross lo aveva scoperto ma si era trovato contro l'intera Confraternita. Rivela inoltre che la notte in cui incontro' Fox il padre tentò inutilmente di impedire alla Confraternita di reclutarlo. Wesley decide allora di vendicarsi ed irrompe nel quartier generale della Confraternita dopo aver catturato diversi topi ed averli equipaggiati con mini bombe (piano ideato da tempo dal padre). Fa scoppiare il finimondo e uccide gran parte dei membri, distruggendo anche il Telaio. Infine, trovandosi circondato dall'elite della Confraternita, rivela il piano di Sloan ai pochi membri rimasti. Quest'ultimo ammette tutto, rivelando però che il nome di ogni persona in quella stanza era stato chiamato dal Telaio e che lui si era comportato così solamente per proteggerli. Sloan dà ai presenti una scelta: uccidersi, per onorare il codice della Confraternita, o uccidere Wesley. I membri optano per infrangere il codice ed ucciderlo ma Fox improvvisamente si gira verso i suoi compagni e, curvando a 360 un proiettile, uccide tutti i presenti, compresa lei stessa, tranne Sloan e Wesley. Tuttavia, l'ex capo della confraternita riesce a scappare e Wesley si trova di nuovo solo e in bancarotta.


Nel 2005, Derek Haas e Michael Brandt sono stati incaricati di scrivere la sceneggiatura del film.[4] Mark Millar, l'autore della miniserie, non ne ha apprezzato la prima stesura, definendone l'approccio alla storia "troppo mansueto" ed "eccessivamente americanizzato": "volevo fosse l'opposto di film come Spider-Man [...] l'idea era che qualcuno ottenesse dei poteri e comprendesse di poterne fare ciò che vuole, scegliendo però di agire per il male". Millar ha iniziato a sostenere la produzione solo dopo l'arrivo di Bekmambetov alla regia e la sua intenzione di mantenere uno spirito più vicino a quello dell'opera originale.[6] Ciononostante, Bekmambetov ha subito dichiarato che qualsiasi sceneggiatura si sarebbe comunque distaccata dal materiale originario.[5] Nel giugno del 2006, lo sceneggiatore Chris Morgan fu incaricato di riscrivere il terzo atto della sceneggiatura di Haas e Brandt.[7] Anche questi ultimi ritornarono, riscrivendo alcune scene riguardanti Wesley Gibson.[8] Angelina Jolie ha voluto personalmente che il suo personaggio morisse, ritenendo "ingiusto" che sopravvivesse dopo aver ucciso persone innocenti per conto di Sloan.[9]


Wesley Gibson è un giovane pigro con un lavoro modesto e nessuna ambizione. All'improvviso entra nella sua vita la bellissima e spericolata Fox, che lo mette in contatto con una società segreta di criminali, la "Fratellanza". Wesley scopre così di aver dei poteri ereditati dal padre, membro di spicco di una società segreta e per questo ucciso. Il ragazzo inizia un addestramento che risveglia le doti sopite in lui. Ma verrà presto messo di fronte alla necessità di scegliere il proprio destino.


Tratto da un fumetto di Mark Millar e J.G. Jones, “Wanted” parte come un “Fight Club” in sedicesimo, con la voce off del protagonista che snocciola monologhi alla maniera di un imitatore di Chuck Palhaniuk, con tanto di tavolino Ikea. L’incipit definisce il tono del film, un action sarcastico e autoironico che non si prende troppo sul serio, meno Looney Tunes del sottovalutato “Shoot‘em up” ma con una nota grottesca, dark e vagamente amorale come valore aggiunto, impregnata di corroborante cinismo. Fin qui nulla di nuovo sotto il sole, ma a fare la differenza con consimili prodotti è la regia del kazako Timur Bekmambetov, già autore di “Night watch” e “Day watch”. Il suo cinema ha la medesima geometria dei frattali, un caos controllato che vomita escrescenze imprevedibili e bizzarre, anomalie anamorfiche e brutali accelerazioni, possiede, insomma, uno sguardo differente, assai diverso da quello, ormai pesantemente stereotipato, della maggioranza dei suoi colleghi d’oltreoceano. Non che questo basti a ridefinire le dinamiche del genere, ma è sufficiente a garantire allo spettatore che le due ore trascorse in sala non saranno mal spese. Se vi chiedete perchè i membri della millenaria Confraternita, oltre che degli spietati assassini, siano anche dei tessitori, dovete sapere che la sceneggiatura di Michael Brandt e Derek Haas (Quel treno per Yuma), e di Chris Morgan (Cellular) chiama in causa niente meno che le Parche della mitologia greca, ed è proprio il Telaio del Fato a decidere chi dovrà morire, attraverso un complesso metodo di decifrazione dei difetti nella trama del tessuto. A Wesley che gli esprime le sue riserve di ordine morale, Sloan (un annoiato Morgan Freeman) risponde che le morti sono necessarie per mantenere il giusto bilanciamento di forze nell’universo tra stabilità e caos: “Uccidendone uno, puoi salvarne mille”. Il punto è che Bekmambetov è appassionatamente dalla parte del caos, un caos creativo e accattivante in cui le tastiere dei pc vengono usate come armi contundenti e i tasti, seguendo la logica dell’action antagonista, volano in aria componendo una sentita esortazione: “Fuck you”. L’overdose da humour nero manda il film in anfetaminico corto circuito: i cadaveri vengono usati come bersagli da allenamento, un po’ come nei crash-test, orde di roditori incontrano una fine esplosiva, e le pallottole (flessibili) disegnano impossibili traiettorie a parabola oppure impattano a mezz’aria, mandando lo spettatore in iperventilazione da “Bullet time”. Naturalmente, in un simile contesto, le divagazioni di ordine morale e i vaneggiamenti sul destino lasciano il tempo che trovano, in quella che è sostanzialmente una tipica fantasia escapista adolescenziale, coreografata magnificamente e di sublime stupidità, ma che spiacerà certo ai critici parrucconi. Anche questa volta Angelina Jolie si conferma l’unica diva virtuale possibile, un simulacro evanescente come un “aidoru” digitale nipponico, e i suoi tatuaggi sono pura elaborazione grafica, un pattern dalle valenze esclusivamente estetiche, ben lontani da quelli cronenberghiani di Viggo Mortensen, ma affascinanti nella loro sinuosa inutilità. In un ruolo perfetto per Edward Norton, lo scozzese James McAvoy (The last king of Scotland, Espiazione), passa con convinzione da nerd senza speranza a killer nichilista, mentre Morgan Freeman appare distrattamente impegnato in un’interpretazione di routine. Si segnala inoltre il gradito ritorno di Terence Stamp nel ruolo di Pekwarsky, membro anziano della dissennata setta che disegna letali quanto aggraziati proiettili in un monastero della Morovia Orientale. Insomma, scollegate il cervello e andate a vedere “Wanted”, di certo non ve ne pentirete. Voto: 6,5 (Nicola Picchi)


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